Come misurarla: Il report
Una volta terminata la survey, ai singoli partecipanti viene inviato via mail un report individuale, che è tutelato da privacy; questo significa che nessun membro dell’azienda conoscerà le risposte e i punteggi dei partecipanti e il consulente è tenuto alla riservatezza, non potrà condividere alcuna informazione. Sta ai partecipanti decidere se condividere i risultati o se mantenere l’anonimato.
Nel report individuale è indicato il livello mediano di Sicurezza Psicologica del Team, la media della deviazione standard e il posizionamento personale rispetto alla percezione di sicurezza psicologica del Team.
I risultati dello Scan online sono valutati e confrontati sulla base di un benchmark di più di 10.000 aziende globali.
Una volta ricevuti i report è fondamentale organizzare delle giornate dedicate alla Sicurezza Psicologica della durata di almeno 3-4 ore, durante le quali i team verranno affiancati da consulenti certificati (in Italia i consulenti PRIMATE) al fine di comprendere i risultati ottenuti e decidere cosa funziona e cosa non funziona all’interno del team; lo scopo di queste giornate è quello di avanzare proposte e/o iniziative per migliorare il livello di sicurezza psicologica o mantenerlo stabile se già buono.
Il giorno del debrief di team, il consulente proietterà un report di gruppo; ci teniamo a sottolineare, ancora una volta, che per motivi di riservatezza non verranno condivisi i punteggi dei singoli partecipanti, ma solo quelli complessivi di team nel più totale anonimato.
La sicurezza psicologica è un fenomeno di gruppo, pertanto, quando si riflette sul proprio punteggio, questo dice qualcosa su di noi e su come percepiamo il comportamento dei nostri colleghi nel team.
Il risultato del report lo potremmo equiparare ad un’istantanea, un selfie che scattiamo ad un’organizzazione; pertanto, si tratta del sentire di quel momento, non è una condizione fissa, statica, ma molto dinamica. L’Indice di Sicurezza Psicologica che troveremo alla restituzione non è un “termometro che misura la febbre”, non è uno strumento preciso; con il PSI index non ci viene dato da sapere se il team lavora oggettivamente bene o male, ma semplicemente ci dà più informazioni sul team ed è un risultato che va indagato con l’aiuto di un consulente certificato.
La direzione tracciata da Amy Edmondson è chiara: il tema della paura è ufficialmente diventato una dimensione strategica da affrontare e risolvere concretamente nelle organizzazioni.
La studiosa ha gettato le basi offrendoci i primi framework, le esperienze e i tool da cui partire per alimentare costantemente la Sicurezza Psicologica, ora sta a noi coglierli e proseguire il suo lavoro.
Non a caso Edmondson ci dice che “la Sicurezza Psicologica è il terreno, non il seme”.