Alcuni case study - Sicurezza Psicologica - PRIMATE Consulting

Sicurezza Psicologica: Alcuni case study

 

In questa sezione vi racconteremo alcune storie di aziende che hanno implementato la Sicurezza Psicologica nei loro processi e altre che invece hanno preferito vivere ostacolati dalla paura relazionale.

Il caso Boeing
Nel marzo 2024 Dave Calhoun, amministratore delegato della Boeing, si è dimesso in seguito ad alcuni problemi di sicurezza riscontrati nei loro velivoli. Tutto ciò ha avuto notevoli ripercussioni sull’immagine dell’azienda: chi vorrebbe trovarsi in una scatola volante a più di 10.000 metri di altitudine con scarse garanzie di sicurezza?
Stando alle prime indiscrezioni, l’azienda era caratterizzata da un’atmosfera e una cultura in cui i risultati aziendali venivano privilegiati a scapito delle questioni di sicurezza: i dipendenti non si sentivano sicuri nel parlare di problemi di sicurezza. Questa forma di silenzio è dovuta a una mancanza di sicurezza psicologica e rappresenta un costo enorme per le aziende sia in termini di gestione del rischio, sia di mancanza di soluzioni innovative.
Cosa traiamo da questa storia? Che la sicurezza psicologica non è un “nice-to-have” ma un “must-have”.
Non siete ancora convinti?

Il caso Nokia
Forse i più giovani di voi non avranno vissuto il boom dei telefoni cellulari degli anni ’80-‘90, ma prima di Apple e Samsung c’era una regina incontrastata del mercato: la Nokia.
Magari la conoscete per via dei meme che si trovano sul web riguardo uno dei loro modelli più celebri, il 3310, il Titanic dei cellulari: quando fu lanciato era il telefonino più all’avanguardia, ma soprattutto era considerato pressoché indistruttibile. A differenza dello sfortunato transatlantico, il 3310 ebbe effettivamente una carriera lunghissima e di successo, portando Nokia sulla cresta dell’onda. Basti pensare che il 23% del mercato dei cellulari negli anni ’90 era dominato dall’azienda finlandese.
E oggi? Che fine ha fatto? Purtroppo, a partire dagli anni 2000, Nokia fu governata da dei manager che gestivano l’azienda con pratiche che minavano la Sicurezza Psicologica, infatti ogni qual volta che veniva sollevato un dubbio riguardo i processi aziendali, i middle manager venivano strigliati e rimessi al loro posto, in quanto dovevano “focalizzarsi sulla realizzazione”. Questi erano solo i primi chiodi sulla bara dell’azienda… il colpo di grazia? Il boom degli smartphone.
Sin dal 2007, con l’introduzione del primo iPhone e il conseguente boom degli smartphone, Nokia non è mai più riuscita a stare al passo con i nuovi colossi telematici, tant’è che nel 2012 il suo valore scese più del 75% e nel 2013 la divisione Dispositivi e Servizi fu acquisita da Microsoft.

Il caso Pixar
Il prossimo caso sarà sicuramente più noto anche alle nuove leve: avrete sicuramente sentito parlare dei Pixar Animation Studios.
La Pixar è una casa di produzione cinematografica specializzata in animazione digitale; nata nel 1979 come costola della Lucasfilm di George Lucas (per la realizzazione degli effetti speciali), fu acquisita nel 1986 da Steve Jobs, che la rese indipendente e si specializzò nei cortometraggi in CGI (Computer-Generated Imagery), la Pixar si è affermata come il punto di riferimento per i cartoni animati digitali. Sin dai tempi di Toy Story (1993), tutti i lungometraggi sfornati da questa casa di produzione sono stati dei successi di pubblico e critica. Ma a cosa è dovuto questo successo?
In Pixar si punta fortemente sulla Sicurezza Psicologica, in quanto hanno creato un ambiente di lavoro dove creatività e critiche possono esprimersi liberamente; un esempio? Dal 1999 è stato istituito il “braintrust”, ovvero ogni film, nelle sue primissime fasi di lavorazione, viene proiettato alla presenza di tutti i collaboratori dello studio per far sì che i colleghi possano dare i loro feedback onesti.

Il caso Fukushima
Un altro caso in cui la Sicurezza Psicologica ha fatto la differenza è stato quello inerente il disastro della centrale nucleare di Fukushima.
Sarà il caso negativo penserete voi… ebbene no. Quando nel 2011 un terremoto forza 9.0 si scagliò contro la costa nord-orientale del Giappone si generò uno Tsunami che distrusse la centrale nucleare di Fukushima Daiichi; tuttavia, quello che non tutti sanno è che quelle onde danneggiarono gravemente una seconda centrale posta a soli 10km di distanza dalla prima.
Cosa successe quindi? Ebbene, grazie alla Sicurezza Psicologica, uno dei capi della sicurezza incaricati di evitare lo scoppio della centrale già gravemente danneggiata ebbe l’onestà di ammettere i suoi errori, il fatto che non avesse alcune risposte e ha ascoltato i suoi ingegneri, andando a cambiare in corsa l’intervento di recupero. Il coraggio che tutti i membri della squadra hanno avuto di arrabbiarsi, esprimere preoccupazioni e lottare per le proprie intuizioni ha salvato la vita di tutti e ha scongiurato un secondo disastro.

Il caso Wells Fargo
Sapete quale disastro non è sato invece evitato? In questo caso parliamo di un disastro dal punto di vista economico.
Wells Fargo Bank
era un colosso bancario statunitense, finito in rovina a seguito di una condanna per condotta fraudolenta nelle pratiche commerciali.
Ma come si è arrivati a questo punto? La divisione Community Banking di Wells Fargo nel 2015 vendeva più di 6 prodotti ad ogni cliente, contro una media del settore di 2. Il motore che spingeva questi numeri era però piuttosto triste: i dipendenti vivevano sotto costante minaccia di licenziamento qualora non avessero venduto molti prodotti.
Questa cultura della paura che non tollerava dissensi è culminata poi, appunto, nel fallimento.

Noi vi abbiamo avvisato, la Sicurezza Psicologica può far spostare l’ago della bilancia! Ora sta a voi fare qualcosa!

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